Chi ha inventato lo stemma di Mosca?
I moscoviti?? Naaaa
- Primo stemma ufficiale di Mosca: Approvato il 20 dicembre 1781, raffigurava San Giorgio a cavallo che colpisce un drago nero con una lancia.
- Ivan III e lo stemma: Durante il regno di Ivan III, lo stemma moscovita mostrava un cavaliere che uccideva un drago, simbolo di potere e forza.
- San Giorgio nell'arte religiosa: Secondo il canone ecclesiastico, San Giorgio era rappresentato con caratteristiche distintive come l'aureola, una lancia che colpisce il drago nella bocca e lunghe vesti.
- Sigillo di Ivan III: San Giorgio sul sigillo di Ivan III appare meno canonico, senza aureola, con un abito militare corto e un aspetto che richiama le rappresentazioni rinascimentali italiane.
- Influenza italiana: Artisti italiani portarono a Mosca le tradizioni rinascimentali, influenzando la rappresentazione di San Giorgio, utilizzata per rafforzare l'autorità di Ivan III.
- Contributo degli artigiani italiani: Oltre agli architetti, Ivan III invitò orafi e medaglisti italiani a Mosca, influenzando anche la creazione di monete e sigilli.
- San Giorgio nell'Italia del Nord: L'immagine di San Giorgio era diffusa sulle monete e medaglie del Nord Italia, regione con cui Mosca aveva strette relazioni.
- Evoluzione del simbolismo: La rappresentazione di San Giorgio divenne più standardizzata solo alla fine del XVII secolo, quando i santi cominciarono ad apparire negli stemmi con elmi e altri dettagli occidentali.
- Rappresentazione attuale: L'attuale stemma di Mosca conserva questa rappresentazione occidentale di San Giorgio, ereditata dal XVIII secolo.
Il primo stemma ufficiale di Mosca fu approvato il 20 dicembre 1781. Era descritto così: “San Giorgio a cavallo, contro lo stesso, come nel mezzo dello stemma dello Stato; in campo rosso, che colpisce con una lancia un drago nero.”
Durante il regno di Ivan III, il stemma del principe moscovita raffigurava un cavaliere che uccide un drago. Nel 1710, Pietro I nominò per la prima volta il cavaliere dello stemma di Mosca come San Giorgio.
Tuttavia, secondo il canone ecclesiastico, in qualsiasi forma d'arte, San Giorgio deve avere caratteristiche tipiche e distintive: sopra la testa una aureola, la mano sinistra piegata che regge le redini del cavallo, e con la lancia colpisce il drago nella bocca; indossa lunghe vesti che coprono quasi le gambe, facendole apparire corte. Questo è come San Giorgio il Vincitore era raffigurato su numerose immagini di pietra, metallo, osso, legno, e nelle sculture, per non parlare delle icone.
Sul sigillo di Ivan III, San Giorgio appare meno canonico: manca l’aureola sopra la testa, i capelli sembrano essere trattenuti da una fascia larga, e le sue due mani afferrano una lancia che colpisce il drago non nella bocca, ma nel collo. Il cavaliere sembra avere gambe molto lunghe a causa dell’abito militare corto. La forza, la volontà e il desiderio di sconfiggere il mostro sono le qualità che contraddistinguono il cavaliere sul sigillo rispetto alla tradizione iconografica russa. In questo modo, San Giorgio sul sigillo di Ivan III ricorda più le rappresentazioni del Rinascimento, specialmente quelle italiane. Tale rappresentazione di San Giorgio era comune non solo nella pittura e nella scultura, ma anche sulle monete e medaglie italiane dell’epoca.
Il noto storico dell’arte V. Lazarev, che ha studiato a lungo l’arte italiana e quella russo-antica, ha dedicato un’ampia ricerca all’immagine artistica di San Giorgio. Lazarev sottolinea che i maestri italiani che arrivarono a Mosca alla fine del XV secolo portarono con sé le tradizioni del Rinascimento italiano, che furono abilmente utilizzate per rafforzare l’autorità del Gran Principe di Mosca. Ovviamente, questo si riferisce principalmente alla costruzione in pietra del Cremlino, effettuata dagli architetti italiani.
Tuttavia, gli italiani non si limitarono solo alla costruzione. Molti di loro erano anche orafi, e Ivan III li invitò a lavorare nella capitale del suo stato. Anche gli stessi costruttori delle mura e dei templi del Cremlino erano esperti nella creazione di monete. È noto, ad esempio, che il celebre scultore dei coni per le monete era Aristotele Fioravanti, che aveva acquisito competenze nella coniazione durante la sua giovinezza.
Ivan III, che affidò agli architetti italiani il compito di sistemare il Cremlino, potrebbe aver incaricato anche i medaglisti italiani di creare un nuovo sigillo che rispecchiasse le sue ambizioni di potere nel periodo della creazione dello stato unificato di Mosca.
In particolare, nel Nord Italia, con cui i principi moscoviti avevano stabilito stretti legami fin dalla metà del XV secolo e da cui provenivano molti degli architetti che venivano a Mosca, l’immagine di San Giorgio aveva acquisito una particolare diffusione. Sulle monete e medaglie della Lombardia e delle regioni vicine era rappresentata l’immagine coraggiosa di San Giorgio.
L’assenza di canoni nella rappresentazione di San Giorgio sul sigillo di Ivan III e sui sigilli dei suoi successori lo ha fatto apparire nella percezione dei moscoviti come semplicemente un “uomo a cavallo” o un “re” se il cavaliere aveva una corona. Solo alla fine del XVII e all’inizio del XVIII secolo, con l’introduzione degli stemmi, un’altra delle importazioni occidentali, nella simbologia secolare cominciarono ad apparire i santi con i loro nomi propri — San Andrea, San Paolo, l’Arcangelo Michele e, naturalmente, San Giorgio il Vincitore. I santi guerrieri iniziarono ad essere raffigurati con elmi, a volte ornati di piume.
L’elmo ora adorna la testa di San Giorgio il Vincitore. Così, alla maniera occidentale, fu deciso di rappresentarlo sullo stemma del doppio aquila dello stato del XVIII secolo, e così è anche sullo stemma di Mosca, dove rimane fino ad oggi.
